La caligine
delle tasse |
IL MISTERIOSO GRANDE BUSINESS ITALIANO.
Non parlo dell'uomo nero, neppure dello spazzacamino, ma anche se
suona strano, è 'il lavoro in nero'.
A esclusione della Svizzera (che non butta mai carte per terra) dove il reddito pro capite è più alto perché sono come le marmotte, che per 6 mesi all'anno sono sotto la neve e mangiano poco e non consumano carburante perché non si spostano, avendo solo aperti i mulinelli del turismo, dove arriva il denaro che non esce più.
E anche per la precisione dei suoi orologi.
Oppure per i soldi che gli altri portano, e che sanno nascondere così bene.
In Italia, bollata al 36esimo posto del buon vivere, che in barba a tutti si vive meglio della Finlandia, e dell'Australia, per via della sua location, e specialmente del business del lavoro sommerso tipo volontariato che ci emancipa.
Nessuno lo vuole ammettere, ma se molti riescono a tirare avanti, è perché evadono le tasse.
I circoli dei giocatori di bocce non sono molti.
Anche coloro che stanno seduti in panchina sono pochi.
Abbondano di più, coloro che sono, il buco nel sacco, (diverso dal cul-de-sac) diventati schiavi dello sballo, che frequentano furtivamente il sottobosco degradato dei parchi abbandonati e tappezzati di siringhe.
Oltre la metà degli italiani sono comunque dei gran lavoratori, parecchi di loro svolgono una seconda attività nel dopolavoro.
Si aggiungono ai pensionati ortolani.
Quasi sempre ciò che producono è in nero, ma fa parte del PIL, perché il restauro del mobile vecchio, o il cestino di piselli, fanno parte del prodotto interno della nazione, e sono in nero, ma sono prodotti godibili.
Condannereste voi questo lavoro sudato anche se è in nero?
È diverso dalle 7 sorelle che ci forniscono benzina e gasolio, che nei periodi di vacanze immancabilmente ne aumentano il prezzo.
Questo aumento abusivo, non solo è nero ma è anche sporco.
O peggio col totale furto dell'Iva dovuta allo stato, oppure facendo pervenire in modo anonimo autobotti di benzina da ditte estere.
Anche se in forma leggera, tuttavia considero anche nera la speculazione su ruderi diroccati, senza tetto che rimangono li per anni e anni senza essere ne restaurati e ne demoliti, che deturpano un bel panorama, e che danno un senso di angoscia a chi gli passa vicino, col solo scopo per il proprietario che aspetta di farci soldi con la rivalutazione del terreno.
So di uno che per venderlo ha chiesto 500 mila €.
Il preposto del Comune dovrebbe osservare e prendere l'iniziativa per dare un termine alla soluzione, o il restauro, o la vendita, oppure la demolizione.
Sovente coloro che risparmiano i soldi in nero, li reinvestono e si fanno la casetta.
Con l'abbellimento del loro cortile, abbelliscono anche l'Italia, e il tutto rientra nel PIL, cosi il nostro stivale è pieno di villette nuove.
Da queste riflessioni, si deduce che anche il nero ha bisogno di un 'distinguo'.
C'è il nero nero, il nero grigio, e il nero un po' bianco, chi li vede possiede discernimento.
" Felice è l’uomo che trova la sapienza, e anche l’uomo che acquista il discernimento" Proverbi 3:13