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18 febbraio 2020

MUSSOLINI PERCHè CROLLO'?


L'errore lo fece
accettando gli
amici sbagliati
Vogliamo la pace, allora perché esiste la guerra?

Si presentava in posizione massiccia coi pugni sui fianchi a mo’ di vaso da notte, con il mento all'insù e la mascella alla Ridge di Beautiful, sicuro di se, urlava al popolo italiano la loro futura sorte con parole di fuoco, e gonfiava di illusioni i soldati, ignari che di lì a poco sarebbero morti.
Ma prima iniziò bene con diverse grandi idee e molte delle quali riuscì a completarle, una fu la bonifica dell'Agro Pontino paludoso, sui giornali fu scritto questa testimonianza:
"La bonifica dell’Agro Pontino, una zona caratterizzata da paludi, acquitrini e infestata dalla malaria, si è concretizzata durante il regime fascista, negli anni’30 del ‘900. I lavori sono affidati all’Opera nazionale per i Combattenti che in breve tempo portano a compimento un lavoro cominciato fin dal tempo degli antichi Romani. La città di Littoria viene inaugurata da Benito Mussolini il 18 dicembre 1932 a circa un anno dall’inizio dei lavori di recupero dei territori: la posa della prima pietra risale al 30 giugno 1932."
Come pure Sabaudia fu fondata infatti il 5 agosto 1933 nel quadro della vasta operazione di bonifica integrale della Palude Pontina, che ha visto la fondazione di altre quattro città: Littoria (ora Latina) la città capoluogo, Aprilia, Pomezia, e Pontinia, dopo 253 giorni di lavoro, è stata inaugurata il 15 aprile 1934.
Tirò a lucido il centro storico di Roma dei fori imperiali, fondò la bella zona dell'EUR
Fu un autore di un tassello della storia.
Gonfio per il potere conquistato, e l'immagine mentale di se lo ingannò riducendolo a un ricordo col titolo di 'dittatore incapace'.
Cominciò bene, ma il successo lo fece sbandare.
La sua fine ingloriosa appeso per i piedi con la testa all'ingiù, simile a uno scannamento, ci fa dubitare della frase che diceva come slogan: "è meglio un giorno da leone che cento da pecora". 
Come dice una citazione biblica: "l'orgoglio è prima del crollo"
Preferisco il proverbio: "è meglio un cane vivo che un leone morto".
Penso a quel giovane anonimo di vent'anni, obbligato dalla legge e dall'opinione pubblica che contro il suo volere e in modo ingiusto fu mandato al fronte della battaglia, e come un automa sparava a chi dall'altra parte era come un riflesso di se stesso allo specchio, e non sapeva ne a chi, ne come, e ne il perché, tuttavia in modo inconsapevole premeva il grilletto, ora di Lui rimane solo il nome inciso sul gelido marmo di una lapide comune al mausoleo.
Uno di quelli morti senza sapere il perché o per chi, era mio nonno, mio padre era già  nato quando mio nonno andò in guerra.
Aspetto la sua risurrezione promessa, l'unico modo affinché abbia giustizia.
I meriti vanno sempre ai comandanti in caso di vittoria, al soldato hanno dato la caramella della pensione di guerra alla vedova, la gloria va sempre al generale Cadorna.
Proibito era pensare con la propria testa, e rifiutarsi di partecipare a questa carneficina era inaccettabile, poiché la punizione era la prigione, e nei tempi più remoti la fucilazione, un ricatto violento, uno schiacciamento della propria volontà di pace.
La morale è che: la motivazione della guerra fatta per difendere la propria libertà e per evitare il sopruso dei violenti è una scusa per organizzarsi in modo offensivo, il dialogo è più ragionevole, ma purtroppo finché esistono alcuni seduti e protetti nella stanza dei bottoni, che hanno il potere su altri e che il sangue versato non è il proprio, continuerà il sacrificio degli innocenti.
Esiste tuttavia una speranza in 
Isaia 2:4 "Trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falcetti per potare. Le nazioni non alzeranno la spada l’una contro l’altra, né impareranno più la guerra."
Trasformare letteralmente le armi in attrezzi di lavoro, ora diventati robot, è la soluzione giusta e prossima.


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